Salute e viaggi

Introduzione

La pandemia da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 ha cambiato i paradigmi legati ai viaggi. Nonostante la mobilità tra i paesi stia cambiando, l’aumentata possibilità di connessione con aree remote del mondo rende centrale per il viaggiatore avere conoscenza di alcune regole per limitare i rischi da esposizione a malattie infettive.

Il rischio

Il concetto di rischio non è semplice da spiegare e quantificarlo numericamente per ogni comportamento non renderebbe probabilmente l’idea di quanto sia “tanto” o “poco”. Considerati i presupposti, è bene procedere con pragmatismo. In questa realtà viviamo nel rischio, ogni giorno si corre un rischio: che sia di innamorarsi di una nuova meta o di essere coinvolti in una situazione spiacevole durante un viaggio, ogni azione può comportare il rischio di conseguenze. Ray Bradbury diceva che vivere nel rischio è un po’ come “saltare da uno strapiombo e costruirsi le ali mentre si precipita” ed è proprio in questa continua caduta a cui ci costringe il “rischio di contrarre malattia” che l’ingegno umano costruisce ali.

In questo periodo storico il rischio più rilevante da tener presente è quello legato alla pandemia che stiamo attraversando: agli inizi di Luglio del 2021 l’OMS ha diffuso un nuovo breve decalogo in cui si mettono in guardia i vari Stati rispetto alla circolazione di individui da aree a forte espansione dell’epidemia che potrebbero favorire la diffusione di nuove varianti e si individuano le linee di azione da seguire, che passano per la vaccinazione, lo screening e la quarantena dei viaggiatori. Nella babele delle normative e dei controlli da seguire, l’Europa ha scelto di “viaggiare” unita e grazie all’attivazione del Green Pass ogni cittadino europeo può spostarsi più agevolmente grazie a un documento unico.

A parte il rischio pandemico, permangono una serie di disturbi abbastanza frequenti per chi decide di mettersi in viaggio. Tra questi vale la pena ricordare la temibile “diarrea del viaggiatore” che arriva a colpire fino ad 1 viaggiatore su 2, seguita dall'epatite A, che colpisce con particolare frequenza i viaggiatori non vaccinati.

A seconda dei paesi o anche dei luoghi che si scelgono di visitare, ci sono da considerare rischi riguardo numerose malattie infettive. Nelle regioni del nord-est italiano, dove spesso si fanno escursioni in aree boschive, è abbastanza diffusa la conoscenza del rischio di malattie legate al morso di zecca o delle arbovirosi emergenti, legate a punture di zanzare. Altre patologie invece sono ormai rare o scomparse in Italia, ma molto diffuse in molti paesi esteri quali la malaria, l’epatite (da virus A e B), la rabbia, la febbre tifoidea, il colera, la febbre gialla, l’encefalite giapponese, la meningite.

Si calcola che 1 viaggiatore su 10 abbia dovuto consultare un medico durante o dopo il viaggio. Eppure contro molte di queste malattie esistono oggi una serie di raccomandazioni comportamentali da seguire, terapie profilattiche e vaccinazioni sicure ed efficaci: ali ingegnose che bisogna solo spiegare.

Prima di mettersi in viaggio

Per ridurre il rischio di ammalarsi o di avere incidenti mentre ci si trova all'estero, l'ideale sarebbe consultare un Ambulatorio per viaggiatori, presente presso la propria Asl, almeno un mese prima di partire.

Verranno così affrontati, con personale sanitario competente, i fattori chiave nel determinare i rischi infettivi e non infettivi ai quali i viaggiatori sono esposti e verranno indicate le più opportune misure di prevenzione (precauzioni comportamentali, vaccinazioni, chemioprofilassi, ecc). Elementi che possono essere presi in considerazione per determinare meglio il rischio e che quindi andrebbero riportati agli operatori sanitari sono:

  • Condizioni speciali come gravidanza, allergie o problemi di salute cronici.

  • Destinazioni nel tuo itinerario.

  • Tipologia di alloggi (hotel, ostelli, affitti brevi).

  • Tipo di viaggio (crociera, affari, viaggio avventura).

  • Periodo e durata del viaggio.

  • Attività pianificate.

  • Lo stato di salute del viaggiatore alla partenza.

Per quel che riguarda la propria salute, è opportuno verificarne lo stato prima della partenza, ciò per prevenire possibili problematiche legate a situazioni particolari. Anche l’uso dei farmaci va attentamente valutato e concordato con un medico prima della partenza: bisogna continuare le routinarie terapie croniche in atto e, a seconda della meta di destinazione, è possibile che si debbano assumere altri farmaci durante e dopo il viaggio. Un breve colloquio col medico prima di partire può far risparmiare settimane o mesi di “dispiaceri” futuri. La domanda diventa a questo punto: perchè privarsi di un consulto?

I farmaci contraffatti sono comuni in alcuni paesi, quindi si consiglia di utilizzare solo i farmaci portati da casa, assicurandosi di disporre di una scorta sufficiente per la durata del viaggio e di portarne una certa riserva in caso di ritardi. Si consideri inoltre che certe categorie di farmaci o specifica strumentazione medica devono essere accompagnate da un certificato firmato dal medico che attesti che il viaggiatore ha bisogno di quel farmaco o di quella strumentazione medica per uso personale. Alcuni Paesi richiedono che non sia solo il medico, ma anche una struttura sanitaria pubblica a firmare quel certificato. Anche gli strumenti sanitari devono essere portati in quantità sufficienti per l’intero viaggio, a meno che non sia certa la loro disponibilità una volta giunti a destinazione. Tra questi articoli ci sono gli strumenti per l’igiene dentaria, la cura dell’occhio, la cura della pelle e l’igiene personale.

Alcune categorie di persone particolarmente vulnerabili richiedono un’attenzione maggiore durante la visita: bambini, anziani, donne in gravidanza e individui immunocompromessi, ma anche persone che si apprestano a fare un viaggio “avventuroso”.

Infine, per affrontare eventuali emergenze durante il viaggio, è buona regola, prima di partire, aver stipulato un’assicurazione sanitaria ed essere in possesso dei numeri e recapiti dell’ambasciata del paese che si intende visitare, e possibilmente di un centro sanitario affidabile. Altrettanto importante è la raccolta di informazioni sul Paese di destinazione (possibile sul sito istituzionale www.viaggiaresicuri.it) e soprattutto sulla situazione politica del Paese che si vuole visitare. Qualora si decidesse di visitare zone a rischio, è bene informare preventivamente il Ministero degli Esteri, indicando l’itinerario di viaggio scelto (sul sito istituzionale www.dovesiamonelmondo.it).

Per quanto detto, è bene non sottovalutare il rischio legato ad una partenza, e d’altro canto diventare consapevoli della possibilità di poter affrontare al meglio i potenziali rischi e le brutte sorprese, così da poter conservare nei ricordi e raccontare al ritorno solo del piacere del viaggio.

Al rientro da un viaggio internazionale

Si raccomanda di consultare sempre un medico se al ritorno da un viaggio in un Paese tropicale insorge, in particolare, uno dei seguenti sintomi:

  • diarrea;
  • dolori addominali;
  • eruzioni cutanee;
  • tosse persistente.

Inoltre va ricordato che molte malattie delle zone tropicali hanno un lungo periodo di incubazione.

Fonti / Bibliografia
  1. Policy considerations for implementing a risk-based approach to international travel in the context of COVID-19, WHO, 2 July 2021;
  2. Piano Nazionale di sorveglianza e risposta all’Encefalite virale da zecche e altre Arbovirosi e Hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta - 2018;
  3. Come viaggiare per il mondo evitando rischi per la salute. Documento redatto per ASNAS da S. Di Belli e P. Mori Ubaldini;
  4. Yellow Book 2020, traveler’s health, CDC;
  5. A. Tomasi; Atlante della Salute in Viaggio. Come viaggiare sicuri verso ogni destinazione. SIMVIM, EDRA; 2017.

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